14mag 2020
DEGUSTAZIONE CON IL PRODUTTORE: ARTIMINO VINI DI TERROIR
Degustazione virtuale dei vini toscani della linea Artimino 1596 con la produttrice Annabella Pascale
Articolo di: Fabiano Guatteri

Articolo aggiornato il 14 maggio 2020

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Nel 1935 Giuseppe Olmo mentre sfrecciava con la sua bicicletta andando a segnare il record mondiale dell’ora forse non sapeva ancora che ormai anziano, avrebbe acquisito una tenuta con una storia secolare.

 

Fu così che negli anni ottanta, ex corridore e imprenditore, Giuseppe Olmo acquisì Artimino, tenuta posta a poco più di 20 chilometri da Firenze, nella zona dell’attuale Docg del Carmignano, che comprendeva edifici nobili e un borgo. Il territorio, a vocazione enologica, faceva parte del vasto Barco Reale, l’antica riserva di caccia della famiglia Medici, cinta da un muro di circa 50 chilometri.

 

Qui già gli Etruschi vinificavano come dimostrano i vasi vinari dell’epoca portati alla luce. Nel Trecento il vino locale era considerato di particolare pregio e a Firenze, era destinato ai ceti più agiati. Nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici, per valorizzarne la produzione enologica locale, delimitò l’area di produzione anticipando di qualche secolo le attuali doc. Da allora i confini di Carmignano non sono stati più modificati; il decreto fissava inoltre le norme sulla produzione, sui controlli anche in fase di commercializzazione, e sulla repressione delle frodi istituendo una congregazione di vigilanza, che aveva le funzioni degli attuali consorzi volontari di tutela dei vini.

 

Tornando a anni meno remoti, dopo l’acquisizione della tenuta da parte di Giuseppe Olmo cominciarono i lavori di ristrutturazione dell’intero borgo e successivamente anche del vigneto considerato che gli impianti rispondevano a esigenze orami superate.

 

Ma i vini Artimino cominciano a farsi conoscere grazie all’impulso dato dalla nuova generazione, la terza, rappresentata da Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo, nipoti di Giuseppe. Il 2015 è l’anno in cui Filippo Paoletti, enologo, entra a far parte del team aziendale quasi a ufficializzare l’inizio di una nuova epoca.

 

Ed è Annabella Pascale, a raccontarci nella videoconferenza organizzata dall’agenzia A&V Communication la storia della tenuta e dei vini (foto 1). ma anche la politica dell’azienda e del ruolo centrale che svolge il terroir inteso come insieme in cui interagiscono agenti ambientali, pedologici, microclimantici, umani…
La conduzione della Tenuta è di fatto biologica, ma l’azienda sino a oggi non ha voluto certificarla.

 

I vitigni a bacca nera allevati nella Tenuta sono sangiovese, quindi cabernet sauvignon, e in misura minore merlot e syrah. Il cabernet non è una “novità” del secolo scorso, in quanto fu importato nel Settecento e citato nei documenti come uva francesca. Ma c’è chi sostiene che il cabernet fu inviato in Italia addirittura da Caterina de’ Medici, ossia nel Cinquecento, quando cioè sedette sul trono francese.

 

All’interno della produzione della cantina, la linea Artimino 1596 rievoca l’anno in cui iniziò la costruzione della villa rinascimentale medicea La Ferdinanda, voluta dalla famiglia de’ Medici, che ancora oggi domina la Tenuta.
Il Sangiovese affina in botti grandi, mentre Merlot e Cabernet in barrique di primo, secondo e terzo passaggio. I tre vini che abbiamo degustato, tutti della linea Artimino 1596, sono Vin Ruspo Barco Reale di Carmignano Rosato 2019, Ser Biagio Barco Reale di Carmignano 2018 e Poggilarca Carmignano 2016  (foto 2) tutti prodotti sostanzialmente con le stesse uve (sangiovese, cabernet sauvignon, merlot) con possibili variazioni marginali.

 

I vini degustati

Vin Ruspo Barco Reale di Carmignano Rosato 2019 Doc (foto 3)
E’ ottenuto con la tecnica del salasso e prevede una macerazione di 12 ore in vasche di acciaio. La fermentazione, a bassa temperatura, si svolge in 15 giorni. Il vino ottenuto affina 3 mesi sempre in acciaio sur lies. Annabella Pascale ci spiega lo stile provenzale di questa etichetta e ci fa notare la viscosità mentre ruota il calice.

 

Ha un bel colore rosato, caldo, ma non carico, che noi interpretiamo come riflessi ramati che virano al rosa.

Al naso nuance di spremuta di melagrana cui si uniscono sentori di ciliegia e ricordi floreali in particolare di rosa.

In bocca sorprende la freschezza e al tempo stesso la sapidità ben scandita. Ruspo ha la freschezza di un vino bianco, ed è netto, nobile, promette longevità. Deterge la bocca e prepara al sorso successivo.

 

Ser Biagio Barco Reale di Carmignano 2018 Doc (foto 4)
Dopo la pigiatura la macerazione del mosto sulle bucce si è protratta in vasche d’acciaio per 14-15 giorni a temperatura controllata di 22 °C. Dalla svinatura il Sangiovese matura sui lieviti in botte grande per 3 mesi. Dopo l’assemblaggio seguono 3 mesi di affinamento in bottiglia.

 

Nel calice il colore è rosso rubino ben espresso.

Al naso sono la ciliegia e la prugna matura a emergere insieme a sentori floreali di viola.

In bocca trama tannica presente e discreta mentre una freschezza giovanile vivacizza il gusto: si riconoscono le note fruttate e floreali già percepite in fase olfattiva. Il finale è lungo. E’ un vino agile, con un potenziale di evoluzione in bottiglia ancora da stabilire, ma lusingante.

 

Poggilarca Carmignano 2016 Docg (foto 5)
Il pigiato macera 18-20 giorni in vasche di acciaio a 24 °C. Dopo la svinatura mentre il Sangiovese affina in botti di rovere di slavonia di 30-40 hl, Cabernet e Merlot maturano in barrique di diversi passaggi. Il vino assemblato affina 6 mesi in bottiglia.

 

Nel calice riflette colore rosso rubino con sfumature granate.

Al naso frutto maturo, frutta rossa estiva, viola e rosa, oltre a sentori balsamici, ricordi di macchia mediterranea. E’ un vino, come lo definisce Annabella Pascale, dal gusto ematico con note erbacee dove si colgono sentori speziati, in particolare di vaniglia e di pepe.

In bocca si apprezza l’equilibrio tra alcolicità, trama tannica e acidità. E’ un vino in divenire, che meriterebbe di essere assaggiato nuovamente fra un paio di anni. I tannini presenti sono nobili, ben intessuti, mentre la freschezza conferisce una nota di piacevolezza che sarà sicuramente apprezzata in fase di abbinamento anche con le carni più grasse. Poggilarca si allarga in bocca, ma con discrezione, senza essere invadente ed è piacevolmente scorrevole. La componente argillosa del terreno che comprende anche limo e sabbia, comunica al vino intensità, struttura e longevità che si uniscono alla freschezza.

 

In conclusione, considerato che il “nuovo corso” della Tenuta comincia attorno al 2015, i vini che abbiamo degustato sono ben altro che prove di cantina; piuttosto indicano la strada da percorrere in cui, come più volte Annabella Pascale ha sottolineato, è il terroir a dare l’impronta, la matrice, la direzione ai vini e la cantina lo asseconda. Ed è una visione di identità territoriale, completamente divergente da quella dei vini “costruiti” in cantina, magari vicini alla perfezione, ma senza una caratterizzazione territoriale: “buoni” ma che si fanno dimenticare come le persone prive di fascino.

 

Aggiornamento

Mercoledì 6 maggio abbimo  riproposto questa degustazione in diretta Facebook dove  con noi hanno partecipato Annabella Pascale e l'enologo Filippo Paoletti (foto 6). La diretta è stata molto partecipata con numerosi interventi  via chat dei partecipanti. E' stata l'occsione per sottolineare l'importanza che  Artiminio dà al vigneto. Abbiamo inoltre definito il concetto di terroir che rappresenta la centralità, il punto di riferimento imprescindbile dell'azienda. Inoltre abbiamo sottolineato come il lavoro di cantina debba valorizzare ciò che crea il vigneto e non mortificarlo o sovrapporsi a questo. Ciò spiega la scelta aziendale di affinare il Sangiovese in  botti grandi da 10 a 50 ettolitri che permettono in questo caso al vino di esprimersi al meglio. Cosiderato che il "nuovo corso" dell'azienda è cominciato nel 2015, ossia relativamente da poco tempo, ritenamo che la strada della qualità intrapresa  che qualifica l'attuale collezione di vini, darà  in fututro sempre più preziosi frutti. 

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Indirizzo : Viale Papa Giovanni XXIII, 1 Artimino Carmignano
Telefono : +39 055 875141
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