27nov 2018
RAMAZZOTTI IL PREMIO, TRA CORSI E RICORSI DEL BERE ITALIANO
Articolo di: Fabiano Guatteri

In Italia i gusti cambiano con le epoche: talvolta è in auge un prodotto e dopo pochi anni viene dimenticato, scalzato da un altro completamente diverso, agli antipodi del precedente. Basti pensare, in campo enologico, ai vini dolci: un tempo apprezzati, bevuti talvolta al posto del tè con i biscotti, erano immancabili dopo cena a cominciare dal Porto.

 

In seguito furono abbandonati tant’è che si stappavano spumanti brut anche con la pasticceria. Infine il loro ritorno grandioso, non solo indiscussi accompagnatori di dolci, ma anche abbinati a formaggi e a foie gras. Se un vino potesse raccontare la sua storia verremmo a conoscenza dei tanti cambiamenti di costume avvenuti nella nostra società. Una storia lunga da raccontare è quella di Ramazzotti, l’amaro per definizione. Nato nel 1815 ha più di 200 anni da narrare. A progettarlo e realizzarlo è Ausano Ramazzotti, profondo conoscitore di botaniche.

 

Nel suo piccolo laboratorio milanese, dopo numerose ricerche utilizzando spezie provenienti da tutto il mondo, Ausano Ramazzotti  trova la formula del suo amaro. Si tratta di una novità assoluta in quanto è il primo liquore italiano da servire come aperitivo o digestivo, non a base di vino. Viene alla luce così l’ amaro Ramazzotti ottenuto dalla miscela di 33 spezie: la ricetta è ovviamente segreta. Il successo è grande e diventa presto l’amaro dei milanesi.

 

Nel 1848 Ausano apre un bar a pochi passi dal Duomo da subito frequentatissimo. E “il Ramazzotti” è giunto a noi in splendida forma. Le abitudini in Italia sin sono modificate rispetto a quelle di fine secolo scorso quando la cultura dell’aperitivo e del bere miscelato, come la intendiamo ora, aveva decisamente minor spazio. Oggi i cocktail si preparano non solo per accompagnare appetizer o come after dinner, ma anche per essere abbinati ai piatti.

 

Ramazzotti ha pensato in tal senso a un prodotto versatile da servire puro o miscelato, in varie occasioni della giornata, ma non ha dovuto né inventarlo, né cercarlo tanto lontano perché il liquore giusto l’aveva già... dal 1868. Infatti Ausanio Ramazzotti, prima di ritirarsi dall’attività lavorativa, dedica e regala ai figli un liquore speciale, Il Premio, poche bottiglie fatte con il cuore. La maison ne ha ricominciato ora la produzione, con una produzione limitata di bottiglie numerate. Il prodotto è accattivante: le noti dolci della vaniglia conferite dalla grappa bene armonizzano con quelle amaricanti del liquore. Di colore ambrato, Il Premio Ramazzotti ha profumo in cui si riconoscono l’arancia candita, l’uvetta e le intense note speziate, mentre in bocca pienezza ed equilibrio suadono il gusto tra note balsamiche e speziate .

 

Il Premio Ramazzotti è stato presentato alla stampa presso il ristorante Il Liberty per anticipare e concludere un menu costruito appositamente dallo chef Andrea Provenzani. E a proposito di corsi e ricorsi, Il Premio per impatto e sapore, è attualissimo.

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