18ott 2019
LA VENDEMMIA DI VIA MONTENAPOLEONE 2019 - PRIMA PUNTATA (1/2): I VINI
Questa puntata verte sostanzialmente sulle etichette degustate per cui è strettamente enologico. La seconda, più attenta al luxury entrerà nel merito delle boutique visitate.
Articolo di: Fabiano Guatteri

In un giorno d’ottobre, ormai da 10 anni, in occasione della Vendemmia di via Montenapoleone, le più esclusive boutique delle vie della moda ospitano prestigiose cantine italiane oltre a Maison della Champagne. Ciascuna boutique apre le porte, esclusivamente su invito, dalle 19 alle 21 e 30 a giornalisti, clienti e altri wine lover. In poco più di due ore, però, non si possono collezionare troppe degustazioni e pertanto si è costretti a scegliere. Pertanto giovedì 10 ottobre abbiamo operato una selezione indirizzandoci a quelle cantine che riteniamo siano tra le più rappresentative e in ogni caso più in sintonia con il nostro mood enologico.


Prima di addentrarci nel quadrilatero della moda, però, abbiamo partecipato al Wine Party presso Diego F Flagship Store di corso Venezia 8, organizzato dall’Azienda Tedeschi di cui abbiamo scritto qui che può vantare una storia plurisecolare di quasi 400 anni. Produce reputati vini con forte attenzione alle uve autoctone. Dei vini serviti al Party abbiamo provato:
Amarone della Valpolicella Marne 180  2016 (foto 2) con appassimento delle uve in fruttaio di circa 4 mesi, affinato in botti di rovere di Slavonia. Rosso seducente, si apre in bocca con un ventaglio di sfumature di frutta matura, di confettura, di spezie dolci, tannini morbidi con finale di grande persistenza;
Valpolicella Superiore Capitel Nicalò  2017 (foto 2), un mese di appassimento delle uve, affinamento in botti di Slavonia. E’ un rosso complesso con garbata acidità che comunica note piacevolmente fresche; il tannino è presente, ma morbido e il vino riproduce sapori e aromi di frutti di bosco.

 

Nel negozio Ferragamo Donna di via Montenapoleone 3 ha fatto gli onori di casa la cantina Il Borro di cui abbiamo scritto recentemente qui. Si tratta di una tenuta toscana sita nel Valdarno Superiore, dal 1993 di proprietà di Ferruccio Ferragamo, attualmente coadiuvato dai figli Salvatore e Vittoria.
I vini degustati:

Rosé del Borro Toscana IGT (foto 3), da uve sangiovese, riproduce un bel colore rosa provenzale; è un vino che piace per la freschezza e i ricordi di piccoli frutti rossi quali ciliegia e lampone;
Polissena Sangiovese Toscana IGT 2013 (foto 4), da uve sangiovese affina in barrique di secondo passaggio. Frutto maturo, in bocca asciutto con orizzontalità conferita dalla malolattica, è un rosso di piacevole beva, con lieve nota tannica astringente e sapiente persistenza;
Il Borro Toscana IGT 2014 (foto 4), da vitigni internazionali, merlot in prevalenza, quindi cabernet sauvignon completati da syrah, bene rappresenta l’esprit dell’azienda. Affinato in barrique è un vino rosso di grande apertura, balsamico, speziato, definito da frutta matura come prugna, ribes nero, mora. In bocca non fa concessioni, privo di morbidezza ricercata, ha buona acidità, tannini presenti e composti, nota sapida e finale concretamente lungo.

 

Da Venini nella Galleria di via Montenapleone 10, abbiamo potuto degustare due etichette di Masi, azienda fondata nel Settecento, che mantiene una gestione familiare, esperta nelle tecniche di appassimento che forniscono la base della produzione dell’Amarone.
Abbiamo degustato:
Spumante Metodo Classico Trento Riserva Brut Conte Federico (foto 5) da uve chardonnay e pinot nero, cremoso, frusciante, con profumi agrumati e fragranza di pane appena sfornato, in bocca è fresco, ampio, con sentori fruttati;
Amarone della Valpolicella Classico Costasera  (foto 5) prodotto con le varietà autoctone della Valpolicella Classica ossia corvina, rondinella, molinara fatte appassire su graticci nei mesi invernali. Il profumo è un tripudio di frutta estiva matura, in particolare prugne e ciliegie con ricordi di viola mammola. In bocca rivela una grande struttura, impatto ancora fruttato, ma con note di cacao e tannini composti che lasciano presagire un’importante longevità.

 

Da Alberta Ferretti, in via Montenapoleone 18 abbiamo incontrato Zenato Winery, azienda nata nella zona del Lugana. 
Abbiamo degustato:
Lugana Metodo Classico Brut  (foto 6), da uve trebbiano di Lugana pressate sofficemente. La presa di spuma avviene in circa 24 mesi periodo in cui il vino si arricchisce di aromi grazie alla lisi dei lieviti. Fiori bianchi, pesca e agrumi ne definiscono il bouquet dotato della giusta acidità che rende fresca la beva;
Sansonina Lugana (foto 6), da uve lugana in purezza, ricorda sentori di frutta matura anche tropicale e ammalia il gusto con una nuance minerale.

 

La nostra selezione non poteva non comprendere uno Champagne, che ci aspettava da Isabel Marant in via Santo Spirito 17 dove abbiamo incontrato le bollicine Nicolas Feuillatte, delle quali abbiamo detto qui.
Fondata nel 1976, la Maison vanta una produzione che la colloca, per etichette vendute, al primo posto in Francia e al terzo posto nel mondo. Le etichette Nicolas Feuillatte sono attraenti, ricercate, ma al tempo stesso immediate, accattivanti.
Abbiamo degustato la Réserve Esclusive Brut Nicolas Feuillatte (foto 7) prodotta utilizzando l’80% di uve nere, ossia pinot nero e meunier in pari quantità, i quali comunicano sentori fruttati immediati insieme con struttura e longevità, mentre il 20% di chardonnay conferisce stile ed eleganza. Al naso si colgono le note succose e croccanti della pera, della mela e dell’albicocca con tenui note speziate. In bocca è ampio, tenderebbe all’orizzontalità se non fosse per la freschezza che lo vivacizza. E’ un vino complesso, di grande piacevolezza ed eclettico.

 

Abbiamo concluso la manifestazione presso Hogan in via Montenapoleone 5, non con vini, ma con due etichette Nonino, la distilleria friulana famosa per aver lanciato agli inizi degli anni novanta la grappa monovitigno.

 

Abbiamo degustato:
Apertivo Nonino Botanical Drink (foto 8), un infuso di botaniche che utilizza il distillato Monovitigno Fragolino della Vigna Nonino. Piace per il colore giallo vivo. In bocca si apre con una sequenza di note balsamiche, sentori di piccoli frutti, in particolare di mora, e alla moderata dolcezza unisce nuance agrumate e leggermente amaricanti. E’ dotato di 21 gradi alcolici e si serve a 6-7 gradi di temperatura oppure con ghiaccio. Alessandra, Cristina ed Elisabetta Nonino, le creatrici, consigliano di provarlo con ghiaccio e un twist di lime;
Grappa Nonino Riserva 8 years (foto 9), da vinacce fresche di uve monovitigno merlot, chardonnay, malvasia e verduzzo: 8 anni in barrique di quercia Nevers e Grésigne e in piccole botti ex Sherry, ha colore ambra intenso che vira sulle tonalità del tè nero; al naso le note eteree non impediscono di cogliere un cesto di frutta estiva matura che comprende anche spezie e nuance di cioccolato. In bocca è calda, vellutata, senza asperità con note di pasticceria, pasta di mandorla, cioccolato amaro.

 

Ricordiamo inoltre i vini:
Donna Olimpia - Bolgheri Bianco e Millepassi – Bolgheri Superiore (Boutique Breguet);
Castiglion Del Bosco e Tenuta Prima Pietra (Ferragamo Uomo);
Rigolaccio (Porada);
Torre Rosazza e Champagne Laurent Lequart (Buccellati).

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