23ott 2022
I MIGLIORI 100 VINI E VIGNAIOLI D’ITALIA 2023
Articolo di: Michele Pizzillo

Un lettore di quelli veramente scrupolosi, quando acquista un libro non sta lì a sfogliarlo per leggiucchiare qua e là, ma preferisce leggerlo dalla prima parola della copertina fino alla quarta pagina della copertina. Se questo lettore decide di non perdersi una preziosità come “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2023” scritto da Luciano Ferraro e Luca Gardini (pagg. 263, € 12,90) - pubblicato dal Corriere della Sera e quindi disponibile sia nelle edicole sia nelle librerie -, dopo il risvolto di copertina e il sommario, leggerà la prefazione di Aldo Cazzullo. Una sciccheria che potrebbe creare qualche dubbio tipo continuo a leggere o corro subito in enoteca? E sì, perché Cazzullo, dopo l’incipit “Esiste un solo Paese al mondo dove il vino si fa dappertutto …”, nel secondo capoverso arriva al solo con “L’unico Paese al mondo in cui si fanno grandi vini in ogni regione è l’Italia. Potreste obiettare: ci credo, è un Paese piccolo. Si e no. E’ un Paese stretto, ma lungo. Ha la testa nei ghiacciai e i piedi in mari sempre più caldi. Partecipa di diversi climi, ha una biodiversità unica in Europa. Quindi produce vini molto differenti tra loro. Ma tutti di qualità, e spesso di alta qualità. In Trentino Alto Adige come nel Salento. In Valle d’Aosta (…………) come in Sicilia (……….). Passando ovviamente dalle regioni vinicole per eccellenza, dal Piemonte alla Toscana”.

 

A questo punto anche il lettore scrupoloso potrebbe essere tentato di lasciar perdere la lettura incominciare a pensare a che vino portare in tavola. Se, invece, non si fa tentare e, quindi, prosegue con la lettura – ed è una scelta opportuna per quello che riserva il libro – e all’inizio della pagina successiva leggerà “In tutto il pianeta, dal Sudafrica all’Argentina, dal Nord America all’Australia, si coltivano in linea di massima i sei, sette vitigni portati nei vari continenti dai francesi: Merlot, Pinot Noir, Sauvignon, Cabernet-Sauvignon, Cabernet Franc, Chardonnay, Syrah. In Italia abbiamo 341 vini Doc e 78 Docg. Ovviamente non a tutti corrisponde un’uva diversa; ma molto spesso sì. E’ un labirinto meraviglioso, un’avventura straordinaria, di cui questa guida credo sia un interessante compendio, una sorta di mappa del tesoro”.

 

Anche il lettore più pigro, quello che magari legge un rigo si e uno no – è una personale reminiscenza delle elementari quando un compagno che aveva inciampato nella lettura, con il maestro si giustificò dicendo che leggeva un rigo sì e l’altro no, fra lo sconcerto di tutta la classe – viene voglia di andare avanti perché intuisce che le sorprese della Guida non finiscono con la lettura della prefazione di Cazzullo tant’è vero che l’introduzione di Luciano Ferraro riserva altre importanti riflessioni come “ … quello che il 2022, l’anno più caldo e siccitoso dal 1800, ha reso lampante: l’Italia è esposta a eventi climatici sempre più estremi. La politica si muove poco e male. Per questo la società dei produttori e dei lavoratori deve sopperire alla mancanza di visione” e, quindi, prosegue Ferraro, è “un atto di resistenza che raccontiamo attraverso le storie dei protagonisti. Nella prima sezione, 100 produttori più o meno noti al grande pubblico. Ognuno di loro, fronteggiando grandinate e siccità, è a suo modo un resistente del clima”. Così il tema della guida 2023 diventa “i vignaioli che resistono”. Aggiunge Ferraro “resistono ai cambiamenti climatici, adottando le misure verdi che loro stessi descrivono nella guida. E resistono alle ricorrenti crisi economiche ed energetiche. Abbiamo selezionato piccoli artigiani e grandi produttori che rappresentano il Vigneto Italia puntando allo stesso tempo sulla qualità dei vini e sulla sostenibilità. La guida ha questo indirizzo: la cura dell’ambiente e del paesaggio sono altrettanto importanti della capacità di mettere in bottiglia bianchi, rossi e spumanti da vendere in Italia ed esportare nel mondo.

 

Molte le nuove storie raccontate, resta ricco il capitolo dedicato ai vini naturali ed è interessante la scalata dei Barolo nella classifica stilata da Gardini”. Ma il sommelier già campione del mondo, con l’appendice sui vini naturali, aggiunge un’altra classifica alla consolidata classifica apparsa già nella prima edizione, cioè “i migliori 100 vini” che vede 9 vini a punteggio pieno – 100/100 – che sono Barolo docg Monvigliero 2018 del Comm. G.B.Burlotto, Barolo docg Ravera riserva Vigna Elena 2016 di Elvio Cogno, Bolgheri Sassicaia doc di Tenuta San Guido, Barolo docg Ester Canale rosso particella 251P dell’antica vigna Rionda 2018 di Giovanni Rosso, Barolo docg San Rocco 2018 di Azelia, Toscana igt I Sodi di S.Niccolò 2018 di Castellare di Castellina, Toscana igt Oreno 2020 di Tenuta Sette Ponti, Toscana igt Saffredi 2020 di Fattoria Le Pupille, Toscana igt Solengo 2020 di Argiano.

 

Poi ci sono i riconoscimenti come il Premio dell’anno a Francesca Moretti che “è la donna della svolta verde del gruppo Terra Moretti che comprende, oltre a Bellavista, altre cinque cantine in Lombardia, Toscana e Sardegna”. Valentina Argiolas (la vignaiola dell’anno) che appartiene ad una famiglia solida e unita che ha portato il vino sardo d’eccellenza nel mondo. Vlady Bortolin (il giovane vignaiolo) che rappresenta il lato autentico del pianeta Prosecco. Sting (il vignaiolo verde) che da 25 anni in Toscana dimostrando, con la qualità dei vini, di fare sul serio. Maurizio Saettini (enologo dell’anno. Blandinne De Brier Manoncourt (il vignaiolo estero) della famiglia proprietaria di Chateau-Figeac dal 1982, con origini nel secondo secolo dopo Cristo.

 

La Guida sarà presentata martedì 25 ottobre, in presenza a partire dalle ore 14.15, presso la Sala Buzzati del Corriere della Sera (Balzan 3, Milano) con la partecipazione straordinaria di Sting e Trudie Styler mentre Ferraro e Gardini, dopo l’introduzione di Venanzio Postiglione, dialogheranno con i vignaioli premiati.
E’ prevista anche la diretta streaming su corriere.it

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