14giu 2022
I VINI PODERE FORTE DELLA VAL D’ORCIA, DAL SANGIOVESE AL CABERNET
Quando Grand Cru e Premier Cru sono biodinamici
Articolo di: Fabiano Guatteri

Pasquale Forte, capitano d’industria, accarezzava il progetto, o forse il sogno, di intraprendere un’attività agricola ossia di tornare alla terra. Fu così che cominciò a cercare un sito che fosse accogliente, adatto a concretare i suoi propositi. E in Val d’Orcia acquista il Podere Petrucci, di circa 5 ettari con viti, ulivi, non solo per tornare alle sue radici, ma anche per la bellezza disarmante del posto.

 

A spiegarcelo è Giovanni Mazzoni, direttore Commerciale di Podere Forte, in occasione di una degustazione dei vini della cantina presso l’Enoteca 8TTO  di Senago.

 

E qui, spiega Mazzoni, siamo nel 1997, fonda Podere Forte confortato da un team costituito da Luigi Veronelli,  Attilio Scienza e Donato Lanati, quest’ultimo tutt’ora enologo consulente. Un altro riferimento importante del Podere sono Lydia e Claude Bourguignon, lei biologa, lui ingegnere agronomo studiosi del suolo. Per il Podere si sono dimostrati fondamentali, hanno analizzato il terreno di tutta l’azienda stabilendo quale fosse il più adatto per l’ulivo, quale per la vite e quali varietà piantare.

 

 

Podere Forte, un sistema

 

Sin dall’inizio Francesco Forte ha voluto fare del suo Podere più che un’azienda tout court, un sistema, una fattoria polivalente, un connubio integrato tra tanti sistemi. Il vino è il prodotto principale, però c’è l’olio, il miele, circa 270 ettari di seminativi, dove si coltivano antichi grani come Senatore Cappelli, Gentil Rosso, farro. Fattore complementare è l’allevamento: 40 capi di Cinta Senese, 20 capi di Chianina, tutti nutriti con prodotti biodinamici concimati con il compost utilizzato per tutte le coltivazioni agricole.

 

Podere Forte è pertanto un sistema integrato ecosostenibile: il 60% dell’energia è autoprodotta; si aggiunga un recupero pressoché totale di tutte le acque grazie a un lavoro idrogeologico tale da far confluire anche l’acqua dei tetti e delle strade in tre laghi artificiali che permettono di abbeverare gli animali, annaffiare il giardino e le barbatelle i primi anni qualora fosse necessario.

 

 

Il vigneto

 

Il Podere si sviluppa su 500 ettari ed è a conduzione biologica e biodinamica: è stato creato un ambiente di perfetta convivenza tra uomo, piante e animali. Qui sono prodotti miele, olio extra vergine d’oliva, vino e seminativo. Il lotto principale di 250 ettari si trova a Petrucci, davanti a Montalcino, dove il fiume Orcia separa le denominazioni Orcia e Montalcino. I terreni sono posti ad altitudini che variano da 350 a 600 metri, e spira una brezza continua, con escursioni termiche di 20 °C tra dì e notte. Qui si trova la cantina edificata nel 2002 composta di 5 piani di cui solo uno e mezzo in superficie, gli altri ipogei. Tutti i processi accadono per caduta e ciò per evitare stress a vini, mosti, frutti per cui l’utilizzo di pompe è molto raro. Sono 24 gli ettari vitati dei quali solo 13 in produzione. È stata identificata un’altra dozzina di ettari vocati e l’intenzione è di arrivare a 35 ettari di vigneto in 10 anni. Ad oggi sono prodotte circa 40-50 mila bottiglia. Si tratta di produzioni limitate con rese molto basse frutto di una grandissima selezione. Gli altri 250 ettari sono tra Pienza e San Quirico ed è seminativo.

 

 

La conduzione

 

La mission è produrre vino che sia espressione del territorio. La conduzione dei Podere Forte è stata biologica sin dall’inizio: dal 2003 è cominciato il processo di certificazione, dal 2007 è biologica e in quell’anno è cominciata la conversione per il biodinamico che richiede 3 anni. Oggi il Podere è biodinamico e sono certificati demeter olio, vini, farine, mentre il miele è bio. Biodinamico significa gestire la vita del pianeta, la superficie, ossia il suolo, la “pelle” come la definisce Mazzoni, che va trattata come essere vivente, integrata con la propria attività attraverso processi, trattamenti, tecniche di utilizzo e richiede un numero di ore per ettaro notevole (a titolo di esempio il cru Petrucci Melo richiede 1630 ore ettaro vale a dire una persona che lavora tutto l’anno un ettaro. Per fornire termini di confronto in Chianti ci vogliono mediamente 100 ore; nel Chianti Classico si parte da 150 ore; a Montalcino da 350 sino a 700 ore). Ciò che vuole Forte e dare in eredità alla prossima generazione il Podere migliorato. Sono utilizzati i migliori mezzi tecnici, i più avanzati, più performanti, quasi sperimentali nel rispetto più totale della natura per aumentare la vita nel suolo. Più l’humus  è ricco di vita e profondo, migliori saranno i frutti, e la pianta resisterà meglio allo stress idrico e al freddo. Con Lydia e Claude Bourguignon è stata fatta una classificazione dei suoli in base alla composizione in Grand Cru e Premier Cru. Nei primi le rese sono bassissime, e i vini qui prodotti sono profondi, complessi, strutturati. I vini Premier Cru, ossia Petruccino e Villaggio, sono più pronti.

 


La raccolta

 

Nel Podere sono state messe a dimora tante varietà di viti, ma quelle portanti sono sostanzialmente sangiovese e cabernet franc.
La vendemmia avviene in due - tre passaggi: il primo per raccogliere le uve con maturazione precoce; il secondo passaggio riguarda la maggior parte delle uve; il terzo, che però non si effettua sempre, è destinato ai grappoli a lenta maturazione. La maturazione ottimale è quella fenolica.
Ogni passaggio, ogni parcella, sono vinificati e affinati separatamente. Da 12 ettari di vigneto sono stati ottenuti 61 vini base; si tratta di microvinificazioni, frutto di una parcellizzazione per massimizzare la qualità dell’uva.

 

 

La  cantina

 

Se in vigneto il lavoro è teso all’ottenimento del meglio dalle piante, l’attività in cantina si basa sul rispetto dell’uva, per valorizzarne le potenzialità, senza forzature, estrazioni forzate o altre pratiche analoghe. I grappoli sono passati al tavolo di selezione manuale, sono poi tenuti sotto azoto in atmosfera inerte, quindi diraspati. Gli acini cadono sul secondo tavolo di cernita con selettore ottico sempre in ambiente inerte. Gli acini per caduta sono infine raccolti nei tini tronco conici Taransaud, dove ha luogo un prefermentazione a freddo per massimizzare il potenziale polifenolico del vino. Lo step successivo prevede la pressatura podolica, e si dà il via alla fermentazione alcolica.

 

Sangiovese e cabernet franc sono ricchi di tannini. La pressatura podolica rompe circa il 60-70% degli acini e pertanto, non schiacciandoli interamente è più morbida, più modulata.
Il succo dell’acino rotto va a contatto con la pruina delle bucce, i lieviti della pruina cominciano a mangiare gli zuccheri, producono alcol, l’alcol aumenta, entra in contatto con i tannini delle bucce, ed estrae tannini buoni e morbidi. Poi entra in contatto con i vinaccioli ed estrae tannini duri, verdi, astringenti, e ciò per tutta la durata della fermentazione.

 

Ma essendo una parte degli acini non pigiata, si risparmia parte dell’estrazione dura. La fermentazione secondo l’annata si protrae da 15 a 25 e più giorni, poi il vino viene elevato in legno di rovere della foresta di Allier, definito da minima porosità, quindi bassissima ossigenazione. Sono utilizzate barrique, tonneau e botti di 10, 12,5 e 15 ettolitri. La tendenza è quella di utilizzare sempre di più le botti grandi mentre le barrique sono impiegate quasi esclusivamente per i cabernet. Le barrique di Podere Forte hanno le pareti di 27 mm anziché di 22 mm che è lo spessore delle barrique standard, riducendo così l’ossigenazione, e conseguentemente l’interazione tra legno e vino. Infatti, come spiega Mazzoni,

 

il Podere vuole massimizzare l’integrità varietale del vino perché non ricerca sentori vanigliati, né vini pesanti, ottenuti proprio da uno scambio intenso legno-vino. I vini sono elevati in legno per 12, 16, 18, 20, 22 mesi cui fa seguito l’affinamento da 1 a 3 anni in bottiglia.

 

Prima di entrare nel merito dei vini degustati occorre sottolineare come il sangiovese sia un’uva difficile, delicata, che necessita di essere portata a perfetta maturazione per avere vini perfetti. È delicata perché ha buccia fine, ed è difficile perché ha il grappolo molto compatto, e perché ha un potenziale tannico enorme.

 

 

I vini in degustazione

 

Sono sette i vini degustati (foto 1), quattro rossi da sangiovese, due da cabernete franc e un Metodo Classico blanc de noirs da sangiovese.

 

 

Rocca D’Orcia Villaggio Orcia 2019 (foto 2)
È il vino di ingresso del Podere. Elevato 12 mesi in botte di 12,5 ettolitri è composto da più vini base che, dopo l’assemblaggio riposano in vasche di cemento vetrificato. È un rosso giovane ma pronto, decisamente accessibile, piacevole alla beva sorretta da frutto maturo. Al naso è fruttato, balsamico con mineralità: in particolare si avverte la pietra focaia. In bocca la bevibilità è immediata, grazie anche alla morbidezza data da prefetta maturazione fenolica, frutto di un’estrazione modulare, e dalla presenza di glicerina che comunica oleosità e grassezza. Il tannino è sottile, pur lasciando una leggera astringenza. Il sorso è fresco, ma non verde, con piacevole sapidità e lunga persistenza.
45 euro

 

Petruccino Orcia 2018 (foto 3)
Petruccino è il secondo vino del Petrucci, prodotto con le stesse uve, ma da vigneti più giovani. È elevato 12 mesi in botti di rovere, una piccola parte passa in barrique usate e affina 6-8 mesi in bottiglia. Possiede colore più denso di Villaggio, ha maggiore estrazione ed è più maturo, più rotondo, ed è un crescendo di frutta; in bocca è avvolgente, scorrevole, senza spigolosità, intenso, persistente. 48 euro.

Sino al 2015 vi era un solo vino Petrucci da uve provenienti da due cru, poi l’azienda ha deciso di vinificare i cru separatamente per meglio valorizzarli dando così vita a due Petrucci Grand Cru.


Petrucci Anfiteatro Orcia 2016 (foto 4)
Il vigneto Anfiteatro dimora a 350-400 metri di altitudine, il mosto macera sulle bucce per 32 giorni, quindi il vino è elevato in botti 20-24 mesi e affina in bottiglia 24 mesi. Si colgono profumi intensi, profondi, puliti, note di arancia rossa, balsamicità mediterranea, e ricordi floreali di rosa. In bocca è consistente, fruttato; il corpo è intenso, morbido, di salda struttura con tannini, fitti, densi, ricchi ma levigati, dolci, morbidi non c’è spigolosità. 4160 bottiglie 179 euro


Petrucci Melo Orcia 2016 (foto 5)
Melo dista 200 metri del vigneto Anfiteatro ed è posto a un’altitudine che va da 450 a 550 metri slm. E’ vinificato con le stesse modalità di Anfiteatro ma i vigneti radicano in un suolo con maggiore ricchezza di argilla bianca che conferisce più opulenza e mineralità olfattiva. Rispetto ad Anfiteatro l’impressione olfattiva è che sia più balsamico, che abbia maggiore mineralità, con ben delineata pietra focaia. In bocca è più complesso, con trama fitta e, come precisa Mazzoni, è un campione di complessità e di eleganza. La trama dei tannini è fitta ma raffinata, è più adulto, più complesso, più lungo, maggiormente ripulente della bocca.
2160 bottiglie 179 euro

 

Guardavigna IGT Toscana 2014 (foto 6)
Nasce dal mix di cabernet franc 40%, merlot 40% petit verdot 20%. È elevato 18-20 mesi in barrique di primo e secondo passaggio. Odorandolo si evidenziano immediati sentori di frutto nero e balsamicità con ricordi di menta, di eucalipto, di salvia, di tabacco dolce, quindi di sottobosco fungino; l’ intensità olfattiva è tale che se ne coglie il profumo già avvicinandosi al calice. Corrispondenza tra impressioni olfattive e gustative, e grande intensità,


Guardavigna IGT Toscana 2016 (foto 7)
Nasce unicamente da uve cabernet franc. Dopo la pigiatura il mosto sulle bucce macera in tino di rovere francese per 35 giorni, successivamente il vino è elevato in botti per 18-20 mesi e affina 18-24 mesi in bottiglia. Impressioni gustative: peperone crusco, mineralità al naso, speziatura, pepe bianco e salinità che chiude il gusto
130 euro

 

Ada 2016 Extra Brut Metodo Classico Blanc de Noirs (foto 8)
Il nome è quello della figlia del titolare, che dedicandoglielo ha voluto implicitamente creare un vino che fosse degno della persona più cara. È prodotto utilizzando unicamente uve sangiovese, raccolte manualmente e messe a refrigerare in celle frigorifere a 4 °C. Le uve sono pressate intere in pressa pneumatica, quindi si svolge spontaneamente la fermentazione in vasche di acciaio. Dopo un periodo di affinamento sur lie, il vino è imbottigliato e la presa di spuma si protrae per 60 mesi. Nel calice possiede colore giallo paglierino con riflessi dorati. Profuma di pane appena sfornato, note agrumate che si ritrovano in fase di analisi gustativa con freschezza che dà verticalità ed eleganza al sorso.

 

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