13apr 2023
Verità e Bellezza e Cisgenesi (della stessa origine)
Articolo di: Stefania Turato

La scienza sfata i falsi, l’arte cerca la bellezza.

 

Entrambe cercano la verità.

 

Me ne sono convinta, leggendo Vine & Prejudice del Professor Attilio Scienza. (vigna e pregiudizio) pubblicato in inglese da Logo Borgoricco Pd con la prefazione di Stevie Kim, acquistato al Vinitaly che si è appena concluso.

 

Nel farlo servono risposte olistiche, risposte per tutti non solo per un singolo punto di vista. La risposta o le risposte devono potersi applicare alla routine.

 

I super poteri del Professor Scienza permettono di spiegare concetti difficilissimi in maniera semplice.

 

Quindi, “spegnere” il segnale luminoso che fa scoprire il punto debole attaccabile della vite è la spiegazione di ciò che avviene per i vitigni tolleranti, più conosciuti come vitigni PIWI ( acronimo del tedesco pilzwiderstandfähig che significa “viti resistenti ai funghi”, di cui abbiamo scritto qui). 

 

Non si tratta di una trasformazione o trasmigrazione di pezzi di DNA (transgenico).

 

Il Professor Scienza ci fa capire che terroir significa quel luogo magico dove il vitigno riesce a esprimersi e ci spiega inoltre che il Sangiovese viene da Sud, ma si esprime in Romagna e in Toscana, il suo terroir. Vediamo di rispondere ad alcune domande su questo tema complesso.

 

PIWI sarà per la comunicazione, il futuro della vite, in condizioni evolute ovvero cambiate non del tutto senza esserne responsabili.

 

 

 

Qual è il mercato per PIWI?

 

Col cambiamento climatico la Vitis vinifera non soffre quasi più di malattie visto il clima secco.

 

Per territori slegati da denominazioni come India, Giappone, Cile: il nuovo mondo per il vino sono indicati i Piwi.

 

Nel territorio di produzione del Prosecco dove ci son contrasti tra Viticoltore e Abitanti contro trattamenti, ad esempio.

In UE dal 2013 si afferma che si può utilizzare questi resistenti.

 

La Germania prima di tutti.

 

Si lavori su clima e su temi che avvicinino il consumatore:

 

Terroir

 

Sostenibilità

 

Cambiamento del clima

 

 

Vitigni autoctoni. Se vediamo pedigree italiani. Di autoctoni non ce ne sono!

 

Il Sangiovese nasce tra Calabria e Sicilia e ci sono alla base di tante varietà. Solo poi arriva in Romagna e Toscana dove esprime se stesso! Eccola la autoctonia. Fare lo stesso coi i vitigni Piwi e far si che esprimano il loro DNA nel luogo dove è prodotto.

 

E ciò ci ricollega all’amato concetto di terroir.

 

Al consumatore interessa il luogo, il marchio e solo dopo il prezzo.

 

Come diventa PIWI
Si “prende” il gene di suscettibilità.
Il fungo che minaccia la vite, sente la possibilità che quel vitigno può essere attaccato. La vite ha qualcosa di simile a una antenna.
Se togliamo il gene antenna e lo silenziamo, il vitigno diventa tollerante!

 

Per spiegare meglio, cerchiamo di vedere cosa ha affrontato la vite in milioni di anni di storia. A un certo punto della storia della nostra Terra, il susseguirsi di imponenti eruzioni vulcaniche ha oscurato il sole per le polveri prodotte e la produzione di anidride carbonica, assieme all’impatto di un enorme meteorite nella Penisola dello Yucatan. Lo immaginiamo?
Piante e dinosauri si estinguono.

 

Quello che ci arriva dal passato sono fossili. Fossili di foglie. Ciò che riguarda la vite, riguarda il periodo tra i 250 milioni e i 60 milioni di anni fa, Permian & Triassic fino al Cretaceous e il Paleocene.

 

I fossili di foglie sono stati ritrovate nel Nord Europa, trovati nella marna della Champagne, e testimoniano l’origine del gene della vite da una più antica. Altri fossili ancora sono stati rilevati in Armenia, in Colorado…
18.000 anni fa il livello del mare si è alzato di 120 metri. Lo immaginiamo?

 

Zizzagando tra le ere geologiche, gli antenati della vite ne han passate di tutti i colori e la grande diversità genetica fu decimata dalla glaciazione mentre la resilienza della Vitis vinifera è stata dimostrata con un significativo ritrovamento nell’area caucasica e qui ci ricomponiamo con la storia che i più riconoscono dallo studio dei testi per l’introduzione alla conoscenza del vino.
In Europa, l’unica specie rimasta fu la Vitis vinifera, mentre in Nord America e in Asia dell’Est, c’erano più specie sopravvissute.

 

A seguito di tutta questa approssimativa mappatura dell’origine della vite, c’è da aggiungere che alcuni componenti che si trovano nella vite, si esprimono diversamente a seconda del vitigno e a seconda del territorio in cui la vite cresce.

 

Un esempio facile, il componente methyl anthranilate, deputato del sentore di fragola, si esprime di meno nella Vitis labrusca rispetto a quanto accada per la Vitis vinifera, per la quantità in essa contenuto. Il componente infatti viene utilizzato dalla pianta della vite per “ripararsi” da attacchi di taluni insetti.

Un altro dato interessante è che il contenuto del componente che dà il sentore di fragola, nella vite labrusca esprime il sentore foxy che invece nella Vitis vinifera non si esprime (più).

 

Quasi tutti conoscono il problema più moderno che ha rotto temporaneamente la storia della vite. La soluzione alla moria di piante a fine ‘800 dovuta alla Phyllossera fu affrontata in maniera soddisfacente con l’innesto americano. Lo scambio di informazioni tra paesi è stato fondamentale e la letteratura è abbondantissima.
Per l’intervista del professor Scienza sui due vitigni e i PIWI cliccare qui.

Per varie ragioni, sfortunatamente, va detto che la vite perfetta non è stata ancora realizzata.

 

Arrivando a tempi più recenti, il Pinot nero è stato il primo vitigno a esser mappato geneticamente da un gruppo di scienziati della Fondazione Edmund Mach nel 2007.
La diretta cisgenesi sul genoma apre nuove opportunità di sviluppo scientifico verso un nuovo concetto di sostenibilità e una “genuina intenzione di condividere i progetti scientifici “

 

Come diceva il filosofo Immanuel Kant, occorre avere il coraggio di sapere.

 

Ma chissà se il Professor Scienza potrà raccogliere l’invito di Fisar Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori per tenere una classroom sui vitigni Piwi a Bergamo il 10 giugno 2023. Glielo chiediamo ufficialmente qui.
Ispirazione, naturalmente tratta dal convegno di Vinitaly di lunedì 3 aprile ore 9 e dalla lettura del suo libro intitolato Vine & Pregiudice (Jump Shrimp Guide)

 

Nella foto MaWi rosso Maculan, vino da vitigno resistente

 

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