26feb 2023
Perché partecipare a Olio Officina Festival 2023
Articolo di: Fabiano Guatteri

Vi sono eventi settoriali che interessano principalmente gli addetti ai lavori e un pubblico ristretto fortemente motivato dall’argomento, mentre non attrae i più. E parlare di olio, potrebbe sembrare un tema da circoscrivere solo a una nicchia di appassionati in quanto, acquistare la bottiglia di una buona non è un problema, né il problema si pone più. Ma partecipando alla presentazione di Olio Officina Festival 2023, risulta chiaro che gli argomenti e le problematiche che affronterà siano di interesse universale e riguardino la vita di tutti i giorni. Ma non solo.

 

Workshop e incontri di approfondimento rendono l’argomento vivace e di grande interesse così da coinvolgere anche i bambini (vi sarà un workshop a loro dedicato). E riguarda tuti perché l’olio, inteso come extra vergine d’oliva, è un alimento quotidiano che non viene prodotto da un magico automatismo ma da un settore che sta soffrendo il cambiamento climatico, con impianti datati, per mancanza di interesse ad alimentare la ricerca, al disinteresse costantemente espresso per la sostenibilità ambientale. Pertanto una visita al festival, ingresso gratuito anche agli workshop (che sono a a numero chiuso. Per prenotarsi clccare qui), potrà permettere di approfondire la propria conoscenza.

 

La XII Edizione della rassegna Olio Officina Festival 2023 avrà per tema “L’olio è progresso”. Il fitto programma si articolerà in tre giornate da giovedì 2 a sabato 4 marzo.

 

L’evento è ideato e diretto da Luigi Caricato, scrittore, giornalista, oleologo autore di numerose opere sull’olio; nell’ottobre 2021 per le edizioni Olio Officina, ha editato “Il grande libro dell’Olio. Guida ragionevole ai migliori extra vergini del mondo in commercio”.
Il tema del progresso anima diversi temi congressuali.

 

L’economia
In una fase estremamente delicata in cui le stagioni olivicole sono spesso difficili, non si può ignorare ciò che rappresenta il passaggio generazionale e il rapporto che ha o può avere con la razionalizzazione delle aziende olearie.
E in termini di razionalizzazione verrà presa in considerazione l’opportunità dei punti di vendita aziendali. Si tratterà inoltre un argomento molto sentito, ossia si entrerà nel merito degli olivi OGM e dell’opportunità di sviluppare una ricerca sulle piante transgeniche.

 

La cucina
Dalla scoperta del fuoco in poi, dal cuocere si è passati al cucinare, la cucina è in continua evoluzione grazie da un lato a una maggiore conoscenza del cibo, dall’altre ai progressi della tecnologia che consentono cotture praticamente perfette. Oggi cucina è ricerca, sperimentazione, estetica  e sinestetica.
Il Festival affronterà la cucina attuale in modo molto concreto con masterclass, laboratori, degustazioni comparate. Sarà l’occasione per entrare nel merito dei profili sensoriali di olio di origine sia nazionale sia internazionale, sia degustati senza accompagnamento sia in abbinamento con cibi o ingredienti. Si parlerà anche di olio di lentisco che si usa a gocce e verrà presentato un libro in merito.

 

Il turismo
Se si considera che in Italia l’enogastronomia rappresenta un quarto del PIL, è sicuramente il caso di focalizzare l’oleoturismo, in cui i frantoi, al pari delle cantine, si apriranno ai turisti dell’olio che sono potenziali visitatori anche dei Musei dell’Olio. Nel corso del Festival vi saranno reputati relatori che interverranno nel merito di questi aspetti.

 

La cultura
Il Festival esordirà con un omaggio a Giuseppe Pontiggia che nei suoi libri ha dedicato molto spazio al lavoro come progresso, dove la quotidianità lavorativa nel tempo si trasforma in preoccupazione, fatica e sofferenza. Se ne parlerà e non mancherà la presentazione di un fumetto, quale cultura espressiva, che ritrae alcune sequenze tratte dall’opera di Pontiggia “La morte in banca”.
Troveranno spazio artisti del movimento culturale Arte da Mangiare Mangiare Arte e anche musica con chanson, canti carnascialeschi e madrigali su vino e cibo del Medioevo per proseguire nel Rinascimento.

 

Nel corso del festival non mancherà una sessione di assaggio di tutti i tipi di olive per coglierne similitudini e diversità. Venerdì 3 avrà luogo la premiazione delle forme dell’olio ossia delle bottiglie utilizzare tenendo conto che debbano dare stabilità all’olio e che siano funzionali.
Durante la manifestazione, in una sala apposita verrà esposto un progetto molto importante, L’origine dl cibo, identità, autenticità, contraddizioni, cui parteciperanno le Università del Salento, degli Studi D’Annunzio di Chieti, di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, degli Studi di Bari Aldo Moro, degli Studi di Verona e altre ancora. Luigi Caricato ha fortemente voluto che il tema fosse trattato in modo interdisciplinare e pertanto parteciperanno giuristi, storici, economisti, sociologi, pedagogisti e linguisti per studiare l’origine del cibo al di là degli stereotipi, da tante prospettive.

 

Giuseppe Capanno, chef e autore di numerosi libri, curerà vari workshop per spiegare come l’olio si abbini ai vari ingredienti. Se per esempio l’olio è molto amaro e piccante, si possono smorzare queste note, senza perdere la personalità dell’olio, abbinandolo ad alimenti che grazie a reazioni chimiche naturali e spontanee, modificano i sapori e i profumi.

 

Saranno tanti incontri in cui far capire come l’olio possa valorizzare numerosi ingredienti, come il cioccolato stesso, per citare un accostamento insolito, e come l’olio più amaro e piccante, in pasticceria dia vita a interessantissime combinazioni. E Capanno, con accostamenti semplici, ne esalterà la sinergia, spiegherà ciò che avviene quando si usa l’olio in combinazione con altri alimenti e soprattutto con alcune molecole, quelle strettamente aromatiche, ma anche quelle dolci che si legano molto bene ai polifenoli e ai sentori tipici degli oli extra vergini.

 

E anche in questo si evince il côté “Progresso” in quanto, come precisa Caricato “il progresso c’è quando si cerca di non ripetere il già conosciuto per affrontare il nuovo”.

 

Simonetta Vercellotti, in rappresentanza di Poste Italiane ha anticipato l’annullo di due francobolli: venerdì 3 marzo di “L’olio è progresso” con la riproduzione della ruota dedicata all’olio, ossia con l’olio sugli ingranaggi della ruota, e il 4 marzo con “Omaggio a Giuseppe Pontiggia” che Caricato definisce suo maestro.
Le sfaccettature di L’olio e progresso sono numerose e in merito consigliamo di consultare
il programma molto ben articolato, del quale abbiamo anticipato ora solo qualche accenno, cliccando qui  e per gli workshop qui.

 

Ma oltre a questi aspetti un punto nodale del Festival è la riflessione sullo stato del comparto olivicolo italiano. Ciò significa, riconoscendo il presupposto che la qualità dell’olio italiano non è messa in discussione, approfondire la necessità di razionalizzare tutte le fasi del processo produttivo per conferire maggiore competitività al settore. Si consideri che la campagna olearia 2022-23 produrrà poco più di 200 mila tonnellate di olio contro un fabbisogno di un milione di tonnellate. Con un approccio più imprenditoriale, tecnologico e professionale si potrebbe aumentare notevolmente la produzione nazionale, anche se comunque non riuscirebbe a coprire il fabbisogno nazionale.

 

In merito Luigi Caricato sottolinea come l’olivicoltura tradizionale sia a bassa densità, con ampi spazi di terreno inutilizzati tra pianta e pianta, conduzione che risale a un modello colturale del passato quando tra gli ulivi trovavano spazio seminativi, ortaggi, viti. Oggi l’olivicoltura deve scegliere tra una coltura sistemica, odierna ed economicamente efficiente oppure “produrre olio per diletto”.

 

I margini operativi, insiste Caricato, esistono anche grazie ai tantissimi ettari incolti che potrebbero diventare produttivi. È pertanto necessario un salto di qualità così da portare l’olivicoltura all’alta densità avvalendosi degli apporti tecnologici oggi disponibili. Vanno inoltre considerate nuove cultivar anche tenendo conto del cambiamento climatico. Di fatto però, al contrario di ciò che succede in frutticoltura, le nuove cultivar di ulivo sono esigue, a dimostrazione che ricerca e innovazione, anche in questo settore, sono trascurate.

 

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Indirizzo : Corso Magenta 61 Milano
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