05giu 2023
Ice Cream Cocktail experience: il gelato e la mixologia
Articolo di: Fabiano Guatteri

Ci sono prodotti alimentari Made in Italy che mentre all’estero hanno un consumo distribuito nell’’arco dell’intero anno, in Italia sono fortemente stagionalizzati.

 

Se si vuole era il caso degli spumanti, un tempo stappati soprattutto a Capodanno e dintorni, ma ora presenti in tutti i mesi grazie anche all’impiego in aperitivi come lo Spritz.

 

Invece è ancora il caso del panettone e del gelato, il primo associato alle festività natalizie e il secondo all’estate.

 

E per destagionalizzare quest’ultimo l’IGI Istituto del Gelato Italiano, dopo aver pubblicato nel 2020 il Ricettario Invernale,  si è ora rivolto al mondo della mixologia perché i cocktail, siano essi alcolici o analcolici, sono costumati tutto l’anno e possono essere un ottimo fattore trainante per la diffusione del gelato.

 

Pertanto l’IGI, ha organizzato un incontro con la stampa presso Il Marchese Milano  per presentare il gelato quale ingrediente dei cocktail e in merito si è avvalso della consulenza della reputata mixologist Daniela Garcea (foto 1). L’evento è stato introdotto da Roberta Russo dell’Unione Italiana Food  che ha ceduto la parola a Michelangelo Giampietro Presidente IGI, medico dello sport e specialista in Scienza dell'Alimentazione.

 

Stiamo parlando genericamente di gelato, ma l’IGI promuove e diffonde il gelato confezionato che è quello più sicuro, ma vediamo perché.

 

L’Istituto nasce nel 1991 per iniziativa dell’industria gelatiera e nel 1993 si è dato un Codice di Disciplina Produttiva dove sono stabilite le norme produttive della gelateria industriale, una sorta di disciplinare di produzione a garanzia della qualità e della salubrità del prodotto. L’esigenza di redigere il disciplinare è nata dall’assenza di una legge che regolamenti la produzione del gelato confezionato.

 

Michelangelo Giampietro ha spiegato che a oltre settant’anni dalla nascita del gelato industriale sono ancora presenti zone d’ombra che non permettono la valorizzazione che questo prodotto merita.

 

Al fine di fare piena luce sul gelato confezionato l’IGI nel 2020 ha incaricato un pool di medici ed esperti di nutrizione di redigere il Dossier Nutrizione e Gelato, di cui ne parlammo qui,  un documento per fornire un’informazione chiara e completa sulle proprietà del gelato e anche per far chiarezza su alcune convinzioni errate.

 

Tra queste, come ricorda Michelangelo Giampietro, innanzitutto la credenza diffusa che possa contenere conservanti: non è assolutamente vero. Nel gelato confezionato non vengono utilizzati conservanti in quanto è il freddo il conservante naturale per eccellenza.

Da un punto di vista nutrizionale, ha poi spiegato Giampietro, che non contiene, come talvolta viene sostenuto, acidi grassi  trans.

È invece un alimento che può essere consumato in tutte le fasce di età, dal primo anno in poi ed è indicato anche agli anziani perché è un utile supporto alimentare in casi per esempio di inappetenza.

 

Può essere consumato in gravidanza in quanto la sicurezza della catena del freddo e il fatto che tutti gli ingredienti siano sottoposti a pastorizzazione, mette al riparo da qualunque rischio. Si aggiunga che è più sicuro anche da un punto di vista igienico. Ed essendo porzionato non c’è rischio di eccedere nelle quantità. In merito da una recente ricerca commissionata dall’IGI a BVA-Doxa è emerso come il principale vantaggio che gli italiani riconoscono al gelato confezionato è la porzionatura. Il controllo della porzione, insieme alla lettura dell’etichetta del prodotto su cui vengono riportati tutti gli ingredienti, permette al consumatore di conoscere esattamente i valori nutrizionali assunti e la qualità dell’alimento.

 

Ma come facciamo a sapere se il gelato che acquistiamo è stato ben conservato. Un indicatore visivo per capire se è stata rispettata la catena del freddo è la confezione stessa: occorre cioè verificare che non sia coperta da una patina di cristalli di ghiaccio che denuncerebbe un’interruzione della catena. Se poi un gelato è deformato non va preso in considerazione.

 

Ciò detto passiamo ai cocktail.
Dalla collaborazione tra l’Istituto del Gelato Italiano e la mixologist Daniela Garcea  sono nati tre cocktail a base di gelato confezionato perfetti non solo per l’estate.
La mixologist al banco del bar del Il Marchese Milano ha così realizzato i sui mix, ossia Madagascar, Cordara e Magnolia.

 

Madagascar (foto 2, video 3)
Protagonista è il gelato confezionato alla vaniglia, gusto associato a sentori e sapori tropicali e al Madagascar, paese produttore, completato da cacao. La dolcezza avvolgente e aromatica della vaniglia è accompagnata dalle note fruttate del Rum e da quelle agrumate e speziate del Vermut. “La combinazione tra la cremosità del gelato e il contenuto alcolico esalta la texture del cocktail creando un’esperienza piacevolissima per il palato” commenta Garcea.

 

Cordara (foto 4)
L’incontro tra il gelato confezionato al limone e il liquore alla liquirizia sprigiona l’essenza della natura intensa e generosa del Sud. “La memoria del gusto rende speciale questo cocktail, legato alla terra da cui provengo, la Calabriae a cui mi sono ispirata per il nome. Cordara, infatti, è come chiamiamo la liquirizia, per la consistenza e la tenacia della struttura radicale”. Il cocktail beneficia della freschezza e della nota erbacea della Tequila.

 

Magnolia (foto 5)
“Una passeggiata nell’orto primaverile, tra frutti, fiori ed erbe aromatiche. Il piacere che non ti aspetti è quello di un cocktail deliziosoe… senza alcol!” Dalla combinazione della dolcezza e del profumo inconfondibili del gelato confezionato alla fragola con la nota esotica e lievemente acidula del carcadè nasce un cocktail analcolico colorato, e fresco. Il basilico è l’ingrediente finale che contrasta piacevolmente.

 

Per le ricette dei tre cocktail cliccare qui

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